Se hai avuto una relazione intima con un narciso, non importa se si tratta di un matrimonio durato anni o una breve relazione di alcuni mesi, se non riesci a riprenderti, se pensi ancora a lui nonostante il male che ti ha fatto, se cerchi ancora di giustificarlo, se speri che torni da te, se sei arrabbiata con te stessa perché non riesci a superare tutto questo, allora soffri della SINDROME TRAUMATICA DA NARCISISMO.
La Sindrome Traumatica da Narcisismo è stata individuata e descritta dal prof. Pietro Brunelli, e può essere ascritta alla categoria più ampia della Sindrome Post Traumatica da Stress, distinguendosi da quest’ultima per alcune caratteristiche peculiari.
Il TdN è un trauma della sfera affettiva molto forte che difficilmente viene compreso dai familiari della vittima o da chi è esterno al circuito patologico. Questo può acuire la sensazione di isolamento della vittima. Solo chi ha fatto esperienza diretta con un Narciso infatti, può comprendere quanto sia difficile districarsi nella spessa ma invisibile tela di ragno che il narciso tesse intorno alla sua vittima.
Il trauma si stabilizza e si cronicizza assumendo le caratteristiche di auto tormento per l’impossibilità della vittima sia di riuscire a comprendere se stessa, che per l’estrema difficoltà ad essere compresa dalla rete sociale di appartenenza (familiari, amici, colleghi, etc.), in quanto ritenuta responsabile per il fatto di aver amato una persona inaffidabile e non essersi accorta di chi fosse in realtà.
La persona traumatizzata è come se fosse entrata a contatto con un potente veleno, rimanendone intossicata. La vittima è drogata e dipendente. Il Narciso infatti, ha avuto agio di creare nella sua vittima una condizione di dipendenza emotiva, utilizzando sofisticate tecniche manipolatorie e violenza psicologica.
Il TdN esplode nel momento in cui cessa la fornitura della droga, da parte del NP, cioè quando il narciso abbandona la sua vittima. Questo provoca un forte crollo dell’autostima in quanto la vittima si sente brutta, insicura e incapace e per questo motivo abbandonata e sostituita. Tale condizione è ascrivibile alla modalità con cui i Narcisi generalmente lasciano la loro partner. Il Narciso infatti quando decide di sostituire il proprio partner con un altro (le vittime sono interscambiabili alla stessa stregua di due paia di scarpe) attua un piano strategico preciso. Il suo comportamento all’interno della relazione diviene ancora più vessatorio e accusatorio. Il piano infatti prevede di far sentire la vittima colpevole del fallimento della relazione. Il Narciso subito dopo abbandona la vittima e la sostituisce immediatamente con il “partner di scorta”, che sfoggia apertamente nella cerchia degli amici o sui social.
I sintomi
In un primo momento la vittima sperimenta un persistente stato di angoscia, attivando un dialogo interno costante e ruminante col fantasma del partner Narciso. A ciò si accompagnano attacchi di panico, depressione, ansia, difficoltà a dormire, ad alzarsi la mattina e andare al lavoro; sociofobia, disturbi dell’alimentazione, comportamenti compulsivi, pensieri suicidari, difficoltà a stare sia da soli che in compagnia; disturbo della sfera sessuale, deterioramento delle relazioni familiari e delle amicizie, difficoltà di concentrazione, paura di luoghi od oggetti che rievocano il Narcisista traumatizzante.
Queste sintomatologie corrono il rischio di protrarsi nel tempo e di minare anche la salute fisica, provocando l’insorgenza di patologie psicosomatiche.
La vittima sta molto male, cerca di capire cosa è successo. Prova a riallacciare i rapporti con il Narciso, lo cerca, invia mail ed sms; alcuni lo seguono o lo aspettano sotto casa. Chiedono spiegazioni che non verranno mai fornite. A questo punto iniziano a cercare risposte sul web o si rivolgono ad un terapeuta. Trovano articoli e siti che descrivono una serie di comportamenti nei quali riconoscono sia quelli attuati dal partner che quelli agiti da loro stesi. Articoli come questo. Oppure è il terapeuta stesso che spiega loro che il partner è un Narcisista.
La prima reazione dopo aver capito di essere stati innamorati di una persona perversa sociopatica, è sconcerto e incredulità. La vittima non riesce a credere di essere stata innamorata o di amare ancora un simile mostro di crudeltà. Anche di fronte all’evidenza dei fatti (il NP ha ormai gettato la maschera e non ha più interesse nei confronti della vittima), questa continuerà a sperare di essersi sbagliata. La vittima è confusa, impaurita, sconcertata e arrabbiata. Eppure non riesce a convincersi di essere stata per così tanto tempo con una persona gravemente disturbata e crudele, senza esserne accorta.
La vittima ripercorre nella sua mente episodi e situazioni, rileggendoli alla luce della nuova consapevolezza. Gli eventi sono costantemente rivissuti, il sonno notturno non apporta sollievo, in quanto risulta impossibile “spegnere” il cervello dalla costante ruminazione. Spesso ci si accorge che anche le eventuali relazioni avuti in precedenza, avevano caratteristiche simili. Questa ulteriore constatazione spaventa e acuisce la disistima, in quanto la vittima si convince di non essere in grado di autotutelarsi, di riuscire a discernere una persona sana da quella patologica.
Paura, ansia, orrore, attacchi di panico sono scatenati da qualunque stimolo ricordi l’esperienza vissuta. Anche la sola idea di poterlo incontrare per strada casualmente o di ricevere un sms getta la vittima in uno stato di prostrazione e di allerta continui.
Saltare i pasti o mangiare troppo, sudorazione, vomito, si accompagnano a sintomi di paralisi fisica e mentale. La vittima sente di non riuscire a gioire più di niente.
La depressione reattiva porta al rischio di suicidio.
Quasi tutte le vittime avvertono che la loro memoria è stata compromessa, insieme all’avvizzimento della capacità di amare gli altri e di sentire gioia.
Spesso la vittima è diventata ipersensibile, percependo in modo inappropriato le osservazioni come critiche o attacchi. Questo crea disequilibrio nelle relazioni con gli altri.
La vittima sta costantemente sulla difensiva.
La vittima si altera spesso e facilmente, è costantemente irritata, anche da cose da poco conto. Può arrivare a pensare a soluzioni violente come causare un incidente al Narcisista, con conseguenti sensi di colpa.
La capacità di concentrarsi è gravemente compromessa, fino al punto di impedire la preparazione delle adeguate azioni legali, o di lavorare o studiare.
La guarigione da abuso narcisistico avviene in anni. Alcune persone non si riprendono mai del tutto. Molti sviluppano malattie autoimmuni come il Lupus o la Fibromialgia, dolore o stanchezza cronici.
La terapia psicologica può aiutare a gestire i sintomi fino a farli rientrare, ma ci vuole costanza e impegno. La strada per uscire da questa spirale perversa è lunga ma non impraticabile. Si può guarire e stare bene. La Terapia psicologica, i Gruppi di Parola, una revisione dei propri schemi mentali, una maggiore conoscenza di se stessi e dei propri bisogni e dipendenze, porta la vittima ad acquisire nuove consapevolezze e strategie comportamentali che le consentono di riprendere in mano la propria vita e soprattutto di viverla appieno.
Liberamente adattato da http://www.albedoimagination.com/2013/10/bugiardi-ipocriti-e-manipolatori-affettivi-saperne-di-più-per-potersi-difendere/