di Agnese Tarquinio
Il dipendente affettivo è una persona che nella relazione si sente inadeguata e totalmente dipendente dal proprio partner. Attribuisce a quest’ultimo un’importanza sproporzionata e la responsabilità della propria sopravvivenza. Spesso si colpevolizza per non essere amato ed è immaturo affettivamente, sogna l’amore idilliaco. Ha l’obiettivo di salvare l’altro ad ogni costo facendolo suo, anche mettendo da parte sé stesso. Riconduce il fallimento del rapporto ai propri errori invece di riconoscere le mancanze che subisce e gli schemi disfunzionali dell’altro.
Viene inizialmente sedotto dalla sicurezza, dalla protezione che il partner sembra dare, ma successivamente il rapporto è caratterizzato da ambivalenza, incostanza e indifferenza. Nella prima parte della relazione sente di padroneggiare la situazione, di aiutare l’altro, di essere aiutato a sua volta a colmare le sue insicurezze. Solo nel corso della relazione percepisce di essere sempre più succube, dipendente da una persona di cui non riesce a vedere l’anaffettività e la capacità distruttiva.
Ricerca una persona che corrisponda al suo ideale di partner e quando pensa di averla trovata non riesce più a farne a meno. La fiducia in sé e la serenità vengono a dipendere esclusivamente dall’altro con una conseguente instabilità dell’umore.
Non riuscendo a contenere le proprie pulsioni la vittima è portata ad agire nell’immediato. Mette in atto comportamenti controproducenti, nella speranza di sentirsi meglio. Per ottenere benevolenza da parte dell’altro accetta la sottomissione, questo atteggiamento non solo non risulta efficace ma provoca nel dipendente affettivo un senso si rabbia verso se stesso e verso gli altri.
Non ha una propria identità e il continuo bisogno di essere rassicurato lo porta a non riuscire a valutare oggettivamente l’altro. Il dipendente ha timore di essere abbandonato, per questo ha una diffidenza di base, ha un continuo bisogno di confermare che esiste e cerca segnali di esistenza da parte dell’altro.
Cerca in tutti i modi di apparire perfetto agli occhi del proprio partner dedicandosi al 100% nel soddisfare i suoi bisogni. Quando si è dipendenti si cerca di essere al centro dell’attenzione dell’altro ma in questo modo si viene dati per scontati.
I sintomi tipici di un dipendente affettivo sono l’ansia, lo smarrimento che si provano ogni volta che ci si allontana dall’oggetto desiderato, provare gelosia immotivata ed eccessiva desiderio di possesso, essere impulsivi, pensare ossessivamente all’altro, voler controllare il proprio partner perché non ci si fida, un desiderio di vendetta legato successivamente ad un senso di colpa, essere accondiscendenti verso l’altro.
Vive una vita penosa, nella convinzione di dover controllare l’altro per evitare ogni elemento di attrazione e/o di distrazione. Nella mente del dipendente tutti, desiderano il suo partner e farebbero di tutto per sottrarglielo.
Ogni azione dell’amato è vista come una conferma nel preferire un’altra persona. Tutte le sue energie sono finalizzate a mantenere la relazione stabile. Piano piano si percepisce di essere manipolati ma non si ha la forza di volontà, il coraggio di interrompere quella relazione diventata anche non appagante, deludente.
Progressivamente ci si isola, percependo come minaccia ogni rapporto interpersonale che non sia con il proprio amato.
Un dipendente si riconosce anche dalla ripetitività con cui si presentano gli avvenimenti nel corso della sua vita sentimentale. Spesso si trovano a fare per un periodo iniziale gli amanti di partner già impegnati o che non possono dedicare loro troppo tempo. Situazioni di dolore in quanto il partner si rivela anaffettivo, poco empatico ed egocentrico, continue rinunce per lui, sottomissione e incertezza sulla continuità della relazione.
Il motivo per il quale ogni dipendente frequentemente ripete le stesse modalità in diverse relazioni è dovuto ad un processo inconscio detto “coazione a ripetere”. Questo processo costringe il soggetto a restare intrappolato attivamente in situazioni tossiche, ripetendo i comportamenti attuati precedentemente.
Bibliografia
– CABRAS & E., SALADINO & V., VERRASTRO V., Io non ti amo ma ti desidero. Dipendenza affettiva e violenza di coppia, Roma, Quale psicologia, nuova serie,2016;
– CAVALIERE R., Se non mi amo non ti amo,: Rompere il circolo vizioso della dipendenza affettiva, Milano, Le comete F.Angeli, 2017;
– CINCINNATO I., La dipendenza affettiva: l’amore oltre l’amore;
– DE ROSE M., Relazioni distruttive, http://ebookecm.it, 2021;
– NORWOOD R., Donne che amano troppo, Feltrinelli, sessantaseiesima edizione;
– SCHIMIT G., Il manipolatore narcisista: riconoscerlo e liberarsene per riprendere il controllo sulla propria vita., Vicenza , Edizioni il punto d’incontro per l’edizione italiana, 2018;
– VITALE M., Dipendenze affettive, come tu mi vuoi., Roma, Sovera edizioni, 2015;