Il gaslighting come strumento manipolatorio del narciso sociopatico
Viene qui descritto un tipico comportamento manipolatorio agito dal narciso perverso nei confronti della vittima, quasi sempre la partner. La descrizione è accurata in quanto diviene di fondamentale importanza riuscire a riconoscere questa modalità manipolatoria quando essa verrà agita su di noi. Nel contatto con il narciso perverso, anche quando lo si è ormai identificato come tale e si pone dunque attenzione al suo agire, la manipolazione verbale e psicologica è sempre presente, in quanto costituisce l’unica modalità comunicativa che il NP possiede.
Il gaslighting è una tecnica manipolatoria verbale che si esprime sul piano della persuasione, dell’inganno e della finzione. È una forma di violenza psicologica che deforma la percezione e la memoria della vittima. La finalità è quella di togliere all’avversario la padronanza di sé, l’autonomia decisionale, l’auto sicurezza, la fiducia nel proprio cervello, mantenendo per il sociopatico, la possibilità di agire il potere sulla vittima. Se non ci fidiamo più di noi stessi non possiamo fare niente per tutelarci. Si tratta quindi di un crudele comportamento manipolatorio messo in atto con sistematicità da un soggetto abusante in modo da portare la vittima a dubitare di se stessa e della propria percezione della realtà, inducendola a sentirsi confusa e con la paura di impazzire.
Ecco un esempio di gaslighting: un padre promette di portare i figli a giocare a calcio nel pomeriggio. La madre così può organizzare uno spazio per se. Più tardi però cambia idea. Ma, piuttosto che ammettere di non averne più voglia, o semplicemente di essersi sbagliato avendo fatto una promessa avventata o semplicemente avendolo dimenticato, giura con assoluta sicurezza e autorevolezza, di non aver mai fatto quella promessa.
La vittima, specialmente perché crede nella buona fede del partner o del genitore, pensa di essersi ingannata, di aver sentito male o interpretato male. In fondo può succedere… e lui è così sicuro…
La ripetuta negazione della verità, anche quando è palese, porta la vittima nella confusione, soprattutto quando questi episodi si ripetono con frequenza. Piuttosto che dubitare della buona fede del partner, la vittima lascia lo spazio al dubbio di essersi potuta lei sbagliare. Nel tempo questo comportamento reiterato, accompagnato da commenti svalutativi – sei la solita, possibile che capisci sempre a modo tuo? Ma lo vedi che non mi ascolti quando ti parlo? Allora non ti importa niente di me – porta la vittima a credere di non essere più tanto presente a se stessa, di perdere colpi, di avere forse addirittura qualche danno neurologico. Tutto questo accresce il potere del NP.
Una delle caratteristiche dei gaslighters è bombardare la vittima di affermazioni false, di ingiurie e malvagità, per sfruttare poi a suo vantaggio, ogni reazione infuocata che prima o poi la vittima avrà. A quel punto lo psicopatico, calmo e misurato, farà notare a tutti che la partner è impazzita, è esagerata, sta dando di matto senza nessun motivo. Il gaslighters minimizza avvenimenti gravi, nega le evidenze, impone alla partner di perdonare mancanze gravi e mette in chiaro che, se la coppia va in frantumi, la colpa è solo della partner che non capisce niente e che non lo ha mai amato e capito.
Ecco un altro esempio tratto da storie vere: un NP ha una tresca con la baby sitter dei figli, una giovane straniera che coabita con loro. Quando la moglie lo scopre, il NP accusa la moglie di averlo trascurato (per questo si è rivolto alla baby sitter), pur promettendo di interrompere la relazione. Pretende però che alla baby-sitter venga conservato l’impiego, e che la moglie perdoni entrambi. In caso contrario la moglie viene accusata di essere l’artefice della rottura del legame matrimoniale e la responsabile dell’allontanamento del padre dal tetto coniugale. A questo possono seguire anche velate minacce di eventuali ritorsioni, (non vedere più i figli o lesinare i soldi del mantenimento degli stessi), anch’esse addebitabili all’intransigenza della moglie che pretenderebbe l’allontanamento immediato del marito e della baby-sitter.
Uno degli strumenti dello psicopatico è la capacità di fingere a lungo. Per non insospettire la vittima, il narciso per un certo lasso di tempo si sacrificherà per la sua compagna: la accompagnerà negli uffici, dato che non si trova mai il parcheggio, o a fare la spesa, per non farle portare i pesi, allo sportello del bancomat, dato che potrebbe essere pericoloso per una donna prelevare. In tal modo la vittima si impigrisce sempre più, e piano piano perderà le abilità sociali e l’autonomia. Il gaslighters fa passare per gentilezza il suo bisogno di controllo, tanto che alla fine convincerà la vittima di non essere più capace di guidare, o parcheggiare bene; oppure di scegliere da sola l’abbigliamento appropriato. La accuserà di non essere autonoma, capace di sbrigare da sola le pratiche più semplici ( le stesse che nel passato lui aveva insistito per fare insieme solo per non farla stancare), la tratterà come una ingenua facilmente raggirabile. Per controllarla meglio, insinuerà cose terribili che potrebbero capitarle se esce la sera con le amiche o se va a correre la mattina presto. Cercherà di distruggere in ogni modo la sua autonomia di pensiero, le sue amicizie, le sue iniziative. Meglio allora tenerlo informato di ogni iniziativa prima di farla, sia essa persino la scelta personalissima e banale di cambiare colore ai capelli, così è sicura di non sbagliare. Se lo ama davvero lei deve evitare che lui si preoccupi o che sprechi tanto tempo a rimediare ai suoi errori.
Se però la donna non ubbidisce, non rimane a casa come una bambola, ma cerca comunque di mantenere un certo livello di autonomia, dovrà allora pagare il prezzo. Dovrà affrontare la muraglia dei visi lunghi, dei malumori e delle insinuazioni varie, di allusioni ad un ipotetico tradimento, coniate apposta per farla sentire in colpa. Con l’intento di far desistere e tranquillizzare il gaslighter sulla propria onestà e limpidezza di intenzioni, molte donne scelgono di ubbidire alle richieste, isolandosi. Non si accorgono di cedere ad una particolare violenza psicologica, camuffata da cure e attenzioni. L’estremo tentativo di dimostrare al partner abusante di essere “brave ragazze” è sfibrante e anche inutile. Le richieste di rassicurazioni saranno sempre più pressanti. La vittima si ritroverà costantemente nella condizione di doversi giustificare.
Il perverso relazionale fa vivere la donna in un mondo rovesciato, sottosopra, di cui per molto tempo, la vittima fa fatica a ritrovare le coordinate. Il sovvertimento della logica e della verità, attuato mediante il gaslighting, rende la donna incapace di capire e di interrompere la relazione perversa. Il NP ha sempre ragione e mai la colpa. È in grado di rigirare la frittata, con sofismi e macchinazioni verbali, tanto da spingere la vittima a chiedergli scusa per qualcosa che, nella realtà, ha innescato lui stesso.
Oltre alla finzione dei sentimenti e all’interpretazione dell’innamorato, la caratteristica principale del gaslighter è la costante distorsione della realtà. Tale distorsione riguarda soprattutto l’area dei ricordi. Il manipolatore inizia con il dire che la vittima gli ha detto qualcosa o che lui le ha detto qualcosa in passato, qualcosa che la vittima non può ricordare di avergli detto, perché essa non lo ha mai detto né lui lo ha mai detto a lei. – Me lo hai detto tu poco tempo fa, non ti ricordi? Ma davvero non ti ricordi?- oppure – Ne abbiamo parlato parecchio. Possibile che lo hai dimenticato? Ma com’è che non ricordi mai niente?- e per sostenere il suo assalto, oltre ad una recita da oscar, alla sicurezza ostentata con la quale sostiene che la tale cosa sia stata realmente detta, il gaslighter aggiunge una situazione circostanziata, una localizzazione autentica nel tempo e nello spazio, realmente presente, questa si, nel ricordo della vittima: «Eravamo a casa di tua madre, in cucina, proprio poco prima che tua cugina scivolasse rompendosi il braccio». Ed è qui che la vittima incomincia a dubitare di se stessa e si convince piano piano di stare perdendo colpi. L’abilità perversa del manipolatore, consiste nel legare un falso ricordo, che vuole fare passare per vero, ad una base realmente avvenuta, che va così a convalidare il falso ricordo. Dal canto suo il manipolatore prova piacere a farsi passare per una persona paziente e buona verso una compagna che così palesemente sta perdendo colpi, ma alla quale rimane così affezionato. Naturalmente il gaslighter avrà cura di iniziare ad insinuare alla vittima il dubbio che ormai anche gli altri si stanno accorgendo che lei non sta bene, che sta facendo qualcosa di sbagliato, anche se lui non lo pensa, ma così appare agli altri. Sono gli altri che lo pensano. Lui la sta solo avvisando. Inizierà a rimproverarla del fatto che lei vuole sempre stare a casa, che non va mai da nessuna parte se non la accompagna lui, che lei non è come le altre donne, ma che lui la ama lo stesso, anche se non si sa curare o non si sa vestire bene. Che potrebbe cercare di essere come, e qui cita il nome di una conoscente o amica, portata come esempio di perfezione (triangolazione), ma che lui la ama lo stesso. In pubblico poi il gaslighter da il meglio di se. Con amorevolezza continua la sua finzione di marito perfetto e innamorato, riprende la moglie per qualche sua dimenticanza, vera o falsa che sia, enfatizzandola, aggiungendo amorevolmente che la moglie dimentica sempre tutto, confondendo ancor di più la donna, che non tenterà di difendersi. Riceve così l’empatia degli altri, che lodano la sua devozione verso una compagna che crea così tanti problemi. Il narciso a questo punto ha ottenuto il controllo della sua vittima, e l’approvazione del pubblico.
In questo quadro così delineato, possiamo rintracciare anche le caratteristiche del sadismo psicologico. Il gaslighter è consapevole di quello che sta facendo. Ha progettato con cura tutte le strategie attuate e adesso si gode il piacere che deriva dalla sofferenza della sua vittima.
I narcisi perversi usano il gaslighter come principale strumento per condannare al silenzio perpetuo la loro vittima. Uccidendo psichicamente gli altri, i perversi si sentono al sicuro. Nessuno può minacciare il loro mondo fatto di fragili apparenze.
liberamente tratto dalla tesina di specializzazione di Rita Mascialino,
dal sito Love Killer e dal blog Arte di salvarsi