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Roberta Galimberti

Psicologa e Psicoterapeuta

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Dopo una relazione violenta, che fare?

di Roberta Galimberti

Il problema è complesso…..

Immaginiamo che la co-dipendente si rimetta in gioco dopo essere riuscita a separarsi dal partner narciso; Lei ha mantenuto il no-contact, ha lavorato internamente ed in parte sanato le proprie ferite narcisistiche, ha inoltre imparato ad amare prima se stessa risultando capace di stare sola e di godere di aree di SÉ che prima venivano donate interamente all’altro.

Lei è ormai esperta di cosa sia una relazione tossica: è stata addestrata a riconoscere  tecniche di triangolazione e di manipolazione, sa che la maggior parte dei narcisi esercita all’inizio il bombardamento d’amore, mostrandosi come il partner ideale, quello che lei ha sempre sognato. Sa inoltre che la relazione parte immediatamente, che la persona viene sedotta ed entra da subito in una relazione solida quanto instabile; nel rapporto narcisistico non c’è mai una gradualità, ne una normalità, la noia non esiste… vige il moto perpetuo di alti e bassi spaventosamente affiancati e repentini: urla e rimproveri umilianti un momento e parole amorevoli immediatamente che seguono,  tali da produrre un lavaggio del cervello conosciuto come gaslighting… nei narcisi cover tutto ciò sembra più attutito ma non meno affilato: parole messe lì a caso atte a svilire ma dette con tono apparentemente dolce e distratto… il colpo lo si sente dopo; comunque il problema per lei è quale importanza e congruenza dare a tutto quello che risulta dentro incoerente e confuso. Il ricordo delle violenze subite non può essere dimenticato… MAI! e, anche se risulta elaborato, il corpo e la mente non scordano… è come avere una cicatrice che si fa sentire con una fitta anche se rimarginata. Il risultato è che il nostro corpo e la nostra mente cercheranno di prevenire altre possibili violenze: è umano e fa parte del nostro spirito di sopravvivenza.

Quindi il suo corpo e la sua mente sono all’erta… la complementare annusa l’aria con diffidenza e paura. Quella fiducia verso l’altro che l’hanno per cosi dire “fregata” viene tenuta a freno ed imbrigliata, quel mondo di uomini là fuori risulta difficile da avvicinare. Molte nell’illusione di potersi celare e proteggere di più si affidano alle chat: ogni comportamento, affermazione, silenzio, pausa o commento viene comunque sottoposto ai raggi X con la domanda che sempre le ronza nel cervello in modo ossessivo: “SARA’ UN ALTRO NARCISO?”.

Il timore di ripetere un’esperienza già vissuta e tanto sofferta non la abbandona mai. “Ci vuole tempo…” si ripete, ma quel tarlo dell’insicurezza sbuca fuori ogni volta che trova una mancanza di coerenza nel comportamento o nelle parole dell’uomo e questo la fa vacillare come una foglia al vento… ogni santa volta!

Il percorso inconsapevole verso un nuovo amore è un percorso accidentato che ha a che fare con il fantasma di quell’amore malato vissuto per mesi o anni dentro una bolla di sofferenza inconsapevole come in una realtà parallela.

Lo spauracchio di questa esperienza devastante, anche se superata, rifà capolino ogni volta che qualcun altro bussa alla porta del suo animo… NON È LIBERA, o almeno, non ancora.

Molte rinunciano e si chiudono in loro stesse, facendosi scudo con le parole “sto bene da sola”, ma in fondo sanno che non se la sentono comunque di affrontare ancora, visto che hanno sentito veramente di essere state esposte ed a rischio.

Altre guardano avanti e provano, affrontando l’incertezza e la possibilità di soffrire ancora, ma con la consapevolezza di avere molte frecce al proprio arco  ed accogliendo di aver fatto un’esperienza comunque significativa per la propria anima.

Il segreto è la TRASFORMAZIONE, sì la trasformazione di un’esperienza tanto devastante in un’esperienza comunque arricchente da più punti di vista: essere ancora vive psicologicamente è il segno di un successo che non può essere sprecato non vivendo tutte le sfaccettature della vita, compresa una relazione!

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