Le complementari
Chi sono le donne che instaurano con il narciso una relazione? Perché alcune donne scappano appena lo conoscono ed altre invece ne rimangono affascinate? Quali caratteristiche hanno quelle donne che con un uomo narciso intessono una relazione, persino un matrimonio, che dura anni?
Secondo l’autore, dott. Marietan, la donna che si rapporta ad un narciso psicopatico, ha delle caratteristiche specifiche, tali da indurlo a coniare il termine “complementare” e a differenziarla dalla vittima di abuso. Le complementari cioè, non sono vittime nel senso che comunemente diamo al termine.
Trovo questo punto di vista estremamente importante. La vittima, per come la si intende nel linguaggio comune, è impotente. Vittime sono i bambini; vittima è la donna che, passeggiando per strada, viene aggredita e violentata. Ma come si può considerare vittima la donna che sceglie un uomo sociopatico? Quali segnali reciproci, la complementare e il narciso, colgono perfettamente l’uno nell’altra? Come dice Marietan “quali sono le condizioni e caratteristiche che possiede una complementare per sopportare l’alternanza continua della condotta di uno psicopatico; la speciale e selettiva negazione della realtà psicopatica in cui vive; il suo intorpidimento quando viene indotta dallo psicopatico ad accettare la sua condizione di “cosa” e, finalmente i segni del risveglio da questo suo sonno strano e complesso”?
Quali sono dunque i segnali che indicano in una donna la possibilità di divenire complementare a contatto con un narciso?
Le caratteristiche delle future complementari
Innanzi tutto sono donne sempre in attesa che qualcosa di straordinario accada nella loro vita. Sono donne che si annoiano. Intelligenti, poco valorizzate in famiglia. Non viste, non riconosciute.
Nell’infanzia della futura complementare osserviamo infatti alcune fessure affettive prodotte da rapporti familiari anomali, maltrattamenti o svalutazioni subite dai genitori, ma anche da un nonno o da un insegnante. Possono avere avuto una famiglia “normale” ma molto richiedente in termini di aspettative prestazionali a cui la figlia si è assoggettata.
Nonostante ciò molte sviluppano nell’adolescenza le caratteristiche della leadership, rifugiandosi in percorsi accademici brillanti; di fatto in età adulta hanno quasi tutte raggiunto un percorso professionale soddisfacente. Sono libere professioniste, imprenditrici, o dirigenti, impiegate, insegnanti. Oppure possiedono qualche caratteristica che, a livello sociale, le rende persone degne di ammirazione.
La persona complementare latente (che non ha ancora incontrato il narciso), sperimenta fin dalla prima età adulta, un grado di insoddisfazione notevole rispetto ai suoi vincoli affettivi, avvicinandosi di molto alla noia che è manifestata da lei attraverso le lamentele e l’ipercriticità. L’uomo “buono” la annoia, la fa spazientire, tuttavia lo accetta come in una sorta di rassegnazione.
La famiglia non è quasi mai la priorità, specialmente se il partner è un uomo comune, con il quale la complementare instaura un rapporto affettivo poco passionale e puramente formale. E’ quasi sempre una donna intelligente e colta, che sente di non riuscire a trovare nell’uomo, un interlocutore suo pari. Per questo ama le sfide professionali. Di contro non ama i lavori domestici o la cura dei figli, considerandoli impegni ripetitivi e poco stimolanti. A livello formale però, può dedicare loro molto spazio e attenzione.
L’Incontro con il NP
Quando la complementare incontra lo psicopatico, il suo essere subisce una tormenta affettiva. Qualcosa di strano comincia a fiorire nella sua psiche. Il suo compagno, l’uomo buono, passa a valere meno di zero per lei: diventa una persona alla quale lei vuole bene, un buon padre, buon compagno, affidabile si, ma niente di più. Se non ha già impostato alcuna relazione, magari perché è ancora giovane, si convince di aver incontrato l’anima gemella, l’uomo della sua vita.
Le complementari sono selettive, cercano qualcosa di diverso rispetto a ciò che un comune rapporto può offrire. Cercano uomini che eccellano in qualcosa. Quando la complementare incontra lo psicopatico, ne avverte immediatamente il fascino; lo considera un uomo diverso dagli altri, e di fatto lo è. Questo spiega forse perché la complementare ignora i segnali di allerta evidenti nelle condotte bizzarre dello psicopatico sin dall’inizio del rapporto. Anzi sono proprio queste bizzarrie e condotte atipiche, i segni che la complementare cercava per concludere di avere fra le mani un essere fuori del comune, che genera da un lato il timore, e dall’altro una specie di gioiosa attesa.
La complementare si ritrova dunque in un rapporto nel quale l’uomo la fa sentire la più speciale, la più interessante e l’unica eletta per restare accanto a lui.
Le pomposità verbali dello psicopatico, anziché provocare il rifiuto immediato, perché eccessive e dunque esagerate, incrementano il fascino che prova la complementare. Lo psicopatico sa come stimolare l’ego della complementare.
Un altro elemento evidenziato dal dott. Marietan, come indicativo, è la sensazione che la complementare riferisce di provare quando incontra lo psicopatico, come di “una immediata integrazione con questo strano personaggio, di modo che il tempo abitualmente richiesto per far si che una coppia costruisca il suo “noi”, anche se imperfetto, si converte in un baleno: l’accoppiamento con lo psicopatico si svolge con una rapidità assolutamente inusuale. Questa integrazione immediata arriva al punto che alla complementare non sembra strano che lo psicopatico proponga il matrimonio pochi giorni dopo averla conosciuta, oppure che già dal primo incontro confessi di essere totalmente e assolutamente innamorato di lei. La situazione, invece di procurare una normale inquietudine e diffidenza di fronte allo slancio così improvviso dello psicopatico, con dichiarazioni d’amore esagerate, trova in lei un’assonanza e un’armonia inaudita, portandola ad essere totalmente d’accordo con lui.” Questa è una danza che si svolge solo perché entrambi ballano insieme.
Gli atteggiamenti della complementare per attirare il NP
Cosa fa la complementare per attrarre lo psicopatico? Egli è un predatore e difficilmente sceglie una donna comune giacché quest’ultima scapperebbe a causa delle condotte bizzarre o anomale e perché non ha una sufficiente soglia di tolleranza da permetterle di sottostare alle richieste dello psicopatico stesso. Solo una complementare è in grado di “reggere” le particolari attenzioni di uno psicopatico. Solo una complementare è abbastanza speciale, forte, intelligente, tanto da poter essere depredata dal NP.
“Ciò che la complementare dimostra allo psicopatico, sottolinea il dott. Marietan, è la sua fame di novità e il suo tedio, elementi che lui riesce a captare oltre la maschera formale sfoggiata socialmente da lei. Questa maschera formale della complementare (la brava ragazza, la brava figlia, la brava moglie), è ciò che la assimila alle altre donne. Tanto è vero che le sue amiche e familiari dicono che la complementare -era una ragazza normale finché ha conosciuto lo psicopatico – che, invece, riesce a vedere dietro il costume indossato dalla complementare, captando la sua noia e la sua sete di novità.” Da notare che “fra loro due si tratta di una specie di gioco clandestino, giacché entrambi conservano per gli altri la facciata degli usi e costumi comuni, ma tra loro il rapporto è vivificato con gli elementi più primitivi del rapporto uomo-donna.”
Finalmente la complementare si sente “vista” veramente, forse per la prima volta, nella sua autentica essenza. Lo psicopatico esalta nella donna, attraverso le lodi, quei tratti che lei sa di possedere e che distinguono dalle altre; quel quid in più che lei non ha mai agito, ma che sente dentro di se.
Riconoscere in se stesse alcune di queste caratteristiche, riuscire a vedere cioè quegli elementi che hanno spinto la donna in una relazione così distruttiva, costituisce una base imprescindibile nel processo della guarigione. Prima di imparare a riconoscere un narciso psicopatico, bisogna imparare a conoscere se stesse e i propri bisogni.
COSA SUCCEDE DOPO
Nessun rapporto con un narciso dura, quando la maschera narcisista cade. E questo inevitabilmente accade.
Quella magia che prima li univa, adesso è sparita. Lo psicopatico inizia la sua sistematica opera di demolizione della partner. Adesso lei non è più speciale, non è più la prescelta, l’unica in grado di amarlo.
Quando la complementare si stanca di subire la violenza psicologica e scappa, o quando lo psicopatico stesso la lascia per un’altra donna, dopo una fase iniziale di grande dolore, continua il dott. Marietan, la donna cerca di ricostruire la propria vita su nuovi parametri. Bisogna però rispettare alcune tappe del cammino di rinascita. Lo psicopatico infatti rimane presente in forma “virtuale” nella sua psiche e ci vuole del tempo la complementare smetta il “dialogo interno” con lui. Anche dopo molti anni dall’allontanamento, è fondamentale mantenere il CONTATTO ZERO con lo psicopatico, il quale conosce la chiave di accesso alla psiche della complementare e potrebbe rimettere in piedi lo stesso circuito patologico in breve tempo. Certe volte semplicemente con una telefonata o dei messaggi.
Vorrei che fosse chiaro che la complementare non smette di essere tale, anche dopo venti anni di lontananza dal sociopatico.
Quello che la complementare sentiva con il narciso psicopatico era così intenso e speciale che qualsiasi altro rapporto successivo, sarà considerato noioso, al limite della depressione. Questo accade perché la complementare continua a cercare fuori da lei quel riconoscimento che non ha avuto in famiglia, quell’autorizzazione ad essere speciale, che non è in grado di darsi da sola e che solo un uomo speciale, come lei stessa appunto sente in segreto di essere, può darle.
Se non subentra questa consapevolezza, la complementare cercherà altri psicopatici o “stravaganti”, uomini cioè che hanno incarichi o professioni socialmente importanti, come membri delle forze dell’ordine, amanti della velocità, imprenditori ad alto rischio o qualsiasi altra professione includa il flusso anormale di adrenalina e di rischio; uomini cioè in grado di farle di nuovo sentire quel qualcosa di speciale che il NP le aveva fatto provare.
Altre invece, pur evitando gli psicopatici, si sentono attratte da altre relazioni complesse che provocano grande sofferenza: donnaioli, parassiti, alcolizzati o tossicodipendenti ( che si impegnano a salvare).
Sempre secondo il dott. Marietan altre si chiudono in un “convento virtuale” e non cercano più rapporti con nessun altro uomo, per paura di incappare nuovamente in uno psicopatico, oppure nella segreta speranza che lo psicopatico torni a cercarle.
Infine altre ancora si convertono in segnalatrici di psicopatici e vanno investigando, nei nuovi possibili partner, tracce di psicopatia, per poter fuggire in tempo.
Infine molte non incorrono negli errori anteriori, soprattutto dopo aver fatto un adeguato percorso terapeutico e riescono a riprendere il controllo della loro vita accanto ad un uomo comune che, sebbene non nutra quel lato oscuro che soltanto la complementare conosce, è l’unico capace di far loro provare quella sensazione di pace e di protezione, quel calore di una vita serena e reale che nessun psicopatico è in grado di fornire.
Articolo liberamente tratto dalla Conferenza del 29 settembre 2010 – associazione Argentina dei medici psichiatri – autore: Hugo Marietan