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La Voce per Eco
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Il Diritto come Esperienza di Consapevolezza: Il Percorso Legale del PCTO de La Voce per Eco

di Marina Terlizzi

All’interno dei percorsi formativi (PCTO) offerti ai ragazzi dalla Voce per Eco, si colloca quello legale con il quale introduciamo gli studenti nel mondo giudiziario.

L’idea nasce dalla voglia di condividere con i liceali le nozioni basilari del nostro mondo giuridico facendoglielo vivere, però, dall’interno anziché limitarsi a “raccontarlo”.

Dopo una prima lezione meramente divulgativa, che approfondisce alcune basilari nozioni della legge italiana e tratta dei temi giuridici più semplici: cosa sia un processo, cosa sono le leggi civili e penali, come nasce la tutela giuridica, la classe diventa, infatti, un vero e proprio Tribunale e ai ragazzi – divisi in gruppi – viene affidato un caso pratico, normalmente un reato di stalking, che dovranno affrontare nei vari ruoli processuali. I ragazzi vengono suddivisi, infatti, nelle diverse categorie: legali della parte offesa o dell’imputato, giudici e p.m. testimoni, periti tecnici, testimoni nonché le parti vere e proprie.

Come reato è stato preso in considerazione lo stalking perché consente di far comprendere appieno le sottili dinamiche della violenza psicologica, della violazione dei propri spazi, dell’abuso della propria volontà che le condotte criminali, connesse a questa modalità delittuosa, implicano. I ragazzi nell’affrontare le linee di difesa o di attacco si confrontano, infatti, su alcune questioni per loro nevralgiche: quando l’affetto diventa controllo? In quali casi un “no” può essere non compreso e disatteso? Quando la fine di una storia affettiva può diventare l’inizio di un calvario? Che tutela ho innanzi al mio persecutore?

Abbiamo verificato che affrontare questi temi all’interno di una simulazione del processo consente agli attori di rendersi conto in prima persona e, quasi, può dirsi, sulla loro pelle delle violenze invisibili che alcuni comportamenti di abuso possono comportare e – tramite l’ausilio dei consulenti tecnici psicologi che vengono sempre nominati dai ragazzi – si percepisce anche il connesso dolore della vittima.

Non solo, tutta l’attivazione dell’apparato giudiziale simulato permette agli studenti di apprendere come la legge si muove e quali sono i loro diritti consentendo una maggiore aderenza e sensibilità a strumenti che a volte possono apparire freddi e lontani quali la legge e tribunali.

In ogni edizione delle simulazioni processuali c’è stata una grandissima partecipazione emotiva che ha condotto a esami incrociati dei testimoni e delle parti anche molto serrati con colpi di scena e domande a trabocchetto. Le sentenze, poi, dettate da un collegio di tre studenti attestano sempre una grande sensibilità dei partecipanti. Nell’ultima edizione non si era raggiunto il pieno convincimento della colpevolezza dell’imputato di stalking che è stato, in modo molto garantista, assolto per mancanza di prove ciò nondimeno il collegio giudicante ha pensato bene di applicare una misura restrittiva di non avvicinamento… la prudenza non è mai troppa!

In sostanza, tramite questo strumento, ci piace pensare che i ragazzi si avvicinino un po’ di più ai presidi che sono preposti a offrire loro tutela, imparino a pensare, e decodificare in modo migliore, cosa rappresenti un reato, cosa sia un diritto e come  attivarlo e conservarlo e, in definitiva, che abbiano consapevolezza che “Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti.” (William Ramsey Clark).

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